Quaderno n. 4 - Il Manuale di Biosicurezza
Una delle principali caratteristiche dell’ambiente ospedaliero è rappresentata dalla continuità spazio-temporale delle modalità espositive agli agenti biologici: le sorgenti di infezione sono rappresentate dai pazienti stessi o dall’ambiente (aria, acqua, strumentazione dedicata a pratiche mediche o chirurgiche). Gli eventi per i quali si può verificare un contatto infettivo sono molteplici:
- contaminazione ambientale;
- punture da aghi;
- ferite da taglienti;
- contaminazione di mucose e cute.
Appare evidente come il rischio di esposizione caratterizzi la maggior parte delle attività sanitarie. Le diverse mansioni infatti, anche se a differenti livelli, comportano il contatto con pazienti realmente o potenzialmente infetti, con fluidi biologici, con reperti anatomici, con strumenti taglienti o con aghi, per citare solo alcuni dei più frequenti veicoli di agenti biologici.
A livello nazionale, risulta evidente una prevalenza di esposizioni percutanee (tramite punture da aghi o lesioni da tagliente) rispetto alle esposizioni mucocutanee, con un maggiore coinvolgimento della categoria professionale degli infermieri. Date le modalità di trasmissione, negli ultimi anni il mondo scientifico ha considerato con particolare attenzione l’esposizione professionale ai virus ematici (HBV, HCV, HIV) e gli studi condotti fino ad oggi sono concordi nell’individuare la puntura da ago cavo come la più frequente evenienza responsabile degli infortuni sul lavoro in ambiente sanitario.